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| Nove mila anni di una storia burrascosa |
Silenzio e voluttà, paesaggi a profusione, magia dei luoghi, terra di cultura e di contrasti, laCorsica si presenta al visitatore ammantata di mistero . Isola segreta o Riviera ?
A poche miglia da Nizza, da Marsiglia, da Genova o da Livorno,offre una natura particolare, il tempo e la mano dell'uomo hanno trasformato radicalmente un mondo originale.
Uno spazio misurato ( lunga 200 chilometri, larga 80) in cui le nevi del Monte Cinto amoreggiano con le spiagge di sabbia bianca di Porto Vecchio, i pini larici di Aitone con
Le palme di Ajaccio o di Bastia.
L'isola, bella fra tutte, variatissima,con paesaggi sempre rinnovati su di un mare perennemente ricominciato, non sarebbe la stessa se si dimenticasse la sua storia.
La sua storia risale lontanissimo nel tempo. Al Neolitico se non al Preneolotico. La " Dama di Bonifacio ", scoperta nelle sedimentazioni recenti risalirebbe al VII millennio avanti Cristo. Nel sud , nel cuore della Corsica granitica, la roccia custodisce gelosamente le tracce di civiltà perdute. Nella valle del Taravo, la moltitudine di stantari (menhir) e di stazzone (dolmen), l'impressionante allineamento di pagliaghiu, vicino a Sartène, i siti di Filitosa, gioiello della preistoria in Corsica, sono altrettanti segni che situano all'alba del secondo millennio avanti Cristo il fiorire del fenomeno megalitico in Corsica. L'Alta Rocca o il Pianu di Levie hanno svelato i loro segreti. I vestigi di Cappula, e di Cucuruzzu evocano la vita di tribù agropastorali che abitavano capanne serrate nella cinta delle mura ciclopiche : i Castelli.
La Corsica della leggenda, quella del ciclo degli argonauti e del periplo di Ulisse, è l'isola situata al crocevia delle vie marittime. Una posizione strategica soprattutto per gli imperialismi marittimi.
Nel 565, I Focesi, per primi, fondano la base commerciale di Alalia, Fenici, Romani, Cartaginesi, Pisani, Genovesi, e persino Inglesi hanno tentato di esercitare la loro supremazia sull'isola. Per non parlare delle incursioni saracene dell'VIII secolo. Ma fra tutte le dominazioni che si succedettero, la dominazione romana fu quella più lunga.
Con sempre l'impossibilità di unificarsi . Corsica Diqua e Corsica Dilà dei monti.Tutta la storia dell'isola parla della bipartizione imposta dal rilievo accidentato. Storia tragica fatta di rivalità tra signori infeodati alle grandi potenze. Questi vani desideri di conquista sono scolpiti nella pietra. E l'eredità della dominazione genovese si legge nelle fortezze litorali che controllano gli stretti.
Nel 1730, la Corsica si rivolta vittoriosamente contro la " Superba " Repubblica di Genova.
Una guerra di quaranta anni che prenderà fine nel 1768 con il trattato di Versailles, con il quale Genova cede l'isola alla Francia.
Nel frattempo l'effimero regno di Théodore de Neuhoff; un episodio sorprendente in quel periodo segnato soprattutto dall'emergenza di Pasquale Paoli che riesce ad imporre la sua autorità sulla base di un governo ispirato alla tradizione locale e al modello genovese. Pasquale Paoli fece di Corte la sua capitale.
La conquista militare francese pose fine a quel periodo dei Lumi. A Ponte Novu, i patrioti còrsi sono sconfitti. Pasquale Paoli, " u babbu di a patria " si esilia in Inghilterra.
L'integrazione della Corsica alla nazione francese. E l'adesione dell'isola ai movimenti rivoluzionari è stato soprattutto il manifesto del patriotismo isolano che Bonaparte diventato poi Napoleone I, vuole spezzare una volta per tutte. La Corsica sarà francese. Ha degli argomenti ! sottoporrà l'isola ad un regime di eccezione.
Il destino europeo del più illustre dei suoi figli sfugge alla storia dell'isola.
L'adesione francese, dapprima forzata, poi esitante, si fa sempre più volontaria col passar delle generazioni e…delle guerre contro il nemico comune.
Oggi il permanere della cultura còrsa, il sentimento forte di essere diverso, il ricordo di una storia che non è quella dei Galli rimangono vivaci al punto di rimettere in causa, se non l'appartenenza alla Francia, almeno le condizioni,di questa appartenenza. La Corsica attuale, febbrile in modo intermittente, in guerra contro l'ingiustizia per esser stata troppo a lungo trascurata, divisa tra la fedeltà ai valori ancestrali e il suo desiderio di modernità, vuole inventarsi un nuovo equilibrio.
E privilegiare il suo faccia a faccia silenzioso con la natura. Il còrso ha imparato tutto da lei. Da sempre, ovunque posi lo sguardo, la terra si offre. Con sempre negli occhi il mare per orizzonte.
Quando il viaggiatore di passaggio, incantato davanti a tanta armonia, vuole abbracciare il tutto in una volta, l'isolano lo guarda un tantino divertito. È il suo modo di dire che ci vuole tempo per apprezzare.
In Corsica,fino a poco tempo fa, si contava in secoli. Allora alcuni giorni per amare l'isola, è quasi un delitto di lesa maestà.
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